APE Beniculturali: a Cosa Serve e Come si Ottiene la Certificazione

Chiunque sia proprietario di immobili avrà sicuramente sentito parlare di APE Beniculturali (attestazione di prestazione energetica), ma di cosa si tratta esattamente e in cosa si differenzia da una generica attestazione?

Cos’è l’APE e quando è necessaria

Per capire cos’è l’APE Beniculturali è necessario partire dalla base. L’APE è stata introdotta dal decreto 69 del 2013, in realtà già dal 2009 era in vigore l’ACE (Attestazione della Certificazione Energetica). Si tratta di una certificazione che descrive le caratteristiche energetiche dell’immobile e in particolare la classe. Questa deve essere determinata in base alla tipologia di impianti e all’isolamento termico dell’immobile. La classe viene assegnata in base al potenziale consumo energetico dell’immobile e di conseguenza anche in base alla potenzialità inquinante, l’obiettivo principale infatti è ridurre le emissioni inquinanti dovute a riscaldamento, climatizzazione e consumi energetici in genere. Questo documento è obbligatorio in caso di compravendita di immobile e dal 2010 anche nel caso di locazione dell’immobile. Una volta rilasciata la certificazione APE è valida per 10 anni, al termine di questi è necessario far redigere un nuovo attestato. Sebbene a molti l’APE possa sembrare un certificato che costituisce solo un costo, la realtà non è questa perché lo stesso contribuisce a determinare il valore dell’immobile, inoltre sulla base di questo è possibile anche effettuare dei lavori per l’efficientamento energetico e quindi aumentare il valore dell’immobile e ottenere un risparmio in bolletta.

L’APE Beniculturali

Finora si è parlato dell’attestazione in generale, ma disposizioni in parte diverse si applicano per l’APE Beniculturali. Questa particolare attestazione è richiesta per gli immobili a destinazione vincolata sui quali sia presente un vincolo paesaggistico o culturale. Solitamente i beni sottoposti a vincolo sono quelli che hanno un particolare interesse storico, architettonico, artistico, letterario, scientifico, etnologico. Soprattutto si tratta di beni specifici individuati dallo Stato. Fanno parte di questa categoria di immobili quelli appartenenti agli Enti Ecclesiastici e agli Enti Pubblici, ma anche immobili appartenenti a privati e dichiarati di interesse storico. Anche in questo caso è necessario munirsi dell’attestato in oggetto in caso di compravendita, contratto di locazione dell’immobile o atto di donazione.

Il certificato APE Beniculturali viene rilasciato da un certificatore, si tratta di un tecnico abilitato alla progettazione di edifici e impianti, in particolare possono assumere questo ruolo un geometra, architetto o un ingegnere che sia però regolarmente iscritto all’albo professionale della propria Regione. Il suo compito è di analizzare l’immobile sotto diversi profili in modo da poter assegnare una delle dieci classi previste per legge. Di queste la migliore è la A++ che sta ad indicare un immobile a basso impatto ambientale e con ridotti consumi energetici, mentre la deteriore è la G. L’immobile viene vagliato tenendo in considerazione gli infissi, gli impianti, le caratteristiche della muratura, la presenza di sistemi per il risparmio energetico, ad esempio pannelli solari, e qualunque altro elemento possa contribuire ad avere prestazioni energetiche migliori o deteriori. Il certificatore deve inserire nel modello APE i dati catastali dell’immobile e le caratteristiche energetiche. Il calcolo non sarà però eseguito dal certificatore, bensì da un software realizzato in modo da essere aderente ai parametri fissati dalla Direttiva dell’Unione Europea 31 del 2010 a cui la normativa italiana si è adeguata.

Chi rilascia l’APE Beni culturali

L’APE Beni culturali viene sottoscritto ovviamente dal certificatore che lo ha redatto che di conseguenza si assume le responsabilità civili e penali legati a questo atto e ad eventuali false dichiarazioni.
Per quanto riguarda i costi, non esiste un tariffario specifico e quindi molto dipende dalla politica adottata dal certificatore. Solitamente il costo oscilla tra i 150 euro e i 300 euro. Deve però essere sottolineato che le spese sostenute per avere l’APE Beniculturali può essere portata in detrazione per un ammontare pari al 65% della spesa sostenuta.
Come per la precedente ipotesi, anche questa tipologia ha validità di 10 anni, ma se prima della scadenza vengono effettuati nuovi lavori che vanno ad incidere su oltre il 25% della struttura, è obbligatorio anticipare i tempi e munirsi subito di nuova APE Beniculturali.

Cosa succede se l’immobile non è munito di APE Benic ulturali?

La prima cosa da dire è che nel caso di assenza di questa certificazione qualunque atto posto in essere, quindi vendita, locazione o donazione, è nullo, quindi come se non fosse mai stato posto in essere. In secondo luogo si è passibili di pesanti sanzioni, le stesse ammontano in misura minima in 300 euro e in misura massima in 18.000 euro. Deve essere, infine, sottolineato che l’APE non deve essere confusa con l’AQE (Attestazione di Qualificazione Energetica) che fino al 2006 ha costituito una documentazione sostitutiva dell’APE. La stessa può essere redatta da coloro hanno partecipato direttamente ai lavori, come progettisti o direttori dei lavori e che non costituisce comunque qualificazione energetica dell’immobile.